Che l’Italia non si posizionasse tra i paesi più virtuosi per il lavoro da remoto era un sospetto già nell’aria da tempo, ma a confermarlo ci ha pensato il Nord Layer Global Remote Work Index, cha “premia” il nostro Paese con il 25° posto in classifica. 

Ma cos’è il Global Remote Work Index?

Il Global Remote Work Index, report realizzato dalla società di sicurezza informatica Nord Layer, è uno strumento utilizzato dai professionisti del digitale per valutare e confrontare l’appeal di 66 Paesi come destinazioni per il lavoro da remoto. I quattro elementi presi in considerazione per stilare la classifica sono: 

→ Sicurezza digitale: questo parametro valuta se un Paese dispone di infrastrutture, risposte e legislazioni adeguate per proteggere i lavoratori da remoto, i loro dati, la privacy e il lavoro online dal cyber crime. Contribuisce al 30% del punteggio.

→ Attrattività socio-economica: il Paese esaminato ha stabilità politica, prezzi sostenibili ed è accessibile? La sua popolazione è ospitale e comunica facilmente con persone straniere? Le strutture socio-economiche assicurano una buona qualità della vita? Questo vale il 30% del punteggio totale. 

→ Digital confort: il 30% del punteggio è determinato dal livello di comfort, online e offline, che un Paese offre ai remote worker. Per valutare questo parametro si valuta la presenza di spazi di coworking, uffici condivisi e soluzioni per il lavoro da remoto, ma anche la velocità di Internet, la diffusione della fibra ottica e di una buona infrastruttura generale.

→ Risposta al Covid-19: non sappiamo se il Covid tornerà (qui si tocca ferro tantissimo!), ma i paesi con alti tassi di vaccinazione e che hanno avuto una pronta risposta alla pandemia sono considerati come destinazioni più sicure e possono raggiungere un buono score in questo parametro, che contribuisce al 10% del punteggio finale.

La meta perfetta per il lavoro da remoto non esiste

Una premessa è doverosa. Per fortuna o purtroppo, non tutti ci affidiamo agli stessi parametri per scegliere la nostra destinazione di work-vacation. Per alcuni, è tutta una questione di esperienza culturale; per altri, si tratta di sicurezza informatica, vita sociale, infrastrutture o Internet ad alta velocità. Non esiste una risposta valida per tutti.

Ad esempio, i luoghi di vacanza must-go sembrerebbero a prima vista perfetti per il lavoro da remoto ma totalizzano bassi punteggi in sicurezza informatica, condizioni socio-economiche o velocità di Internet. 

Se guardiamo ogni parametro preso singolarmente l’Italia si posiziona 17esima in cyber security, al 35° posto per appeal socio-economico e infrastrutture (ma noi col nostro coworking ci stiamo lavorando!) e in 32esima posizione per la risposta al Covid. 

E la classifica generale?

Germania puts remote work on top!

Vieniamo alla classifica finale: ad aggiudicarsi il primo posto ci sono i nostri vicini di casa tedeschi. Il punteggio massimo era 1, e la Germania è il Paese che più si è avvicinato alla perfezione, con un totale di 0.824 punti. Seguono in classifica la Danimarca (0,816, gli USA (0,809), la Spagna (0,796) e la Lituania (0,794).

Come dicevamo a inizio articolo, purtroppo, l’Italia si  trova al 25° posto della classifica, con un punteggio di 0,738. Se però vuoi scoprire chi ci ha sorpassato, consolarti vedendo chi si è posizionato peggio o trovare ispirazione per la tua prossima destinazione, puoi farlo sul sito ufficiale: Global Remote Work Index.